Archivio mensile:gennaio 2014

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Geena Davis, Thelma per sempre

Un’auto scoperta avanza nel deserto del New Mexico. A bordo, due donne in fuga, ricercate per omicidio. Dietro di loro, un ingente spiegamento di forze di polizia. Davanti, si apre il precipizio di un profondo canyon. Sono costrette a fermarsi. Le autorità, per mezzo di un megafono, intimano loro di arrendersi. Non c’è nessuna possibilità, nessuna via di scampo. O forse sì…

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L’importanza di chiamarsi Federico

Esattamente 94 anni fa nasceva a Rimini Federico Fellini. Cosa si potrebbe dire per celebrare un artista così straordinario, che ha contribuito ad alimentare il nostro immaginario con una successione di film sui quali il giudizio può non essere univoco, ma cui nessuno può negare il merito di aver saputo cogliere frammenti della nostra realtà, vissuta o sognata, rielaborandola in una chiave del tutto originale? Mi limiterò a proporre due scene che mi sono particolarmente care, tratte da altrettante opere assai vicine l’una all’altra dal punto di vista cronologico.

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Il Trovatore, un successo dalla prima ad oggi

Saragozza, sugli spalti di un castello medievale: una giovane donna, Leonora, desiderata come sposa dal Conte di Luna, confessa alla sua ancella di essere innamorata di un poeta, Manrico, detto il trovatore. Il canto del giovane intanto si ode in lontananza. Quando Leonora intravede nell’oscurità la sagoma di un uomo, pensa che sia Manrico venuto a cercarla, e si getta nelle sue braccia. Si tratta invece del Conte che, adirato, comprende di avere un rivale e, lanciatosi all’inseguimento di Manrico, lo sfida a duello.

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Zugarelli e i moschettieri della Coppa Davis

Compie oggi 64 anni Tonino Zugarelli, discreto tennista italiano degli anni ’70. Si ritrovò al 27^ posto nel ranking mondiale nel 1977; poche settimane prima aveva infatti raggiunto la finale degli Internazionali d’Italia, nella quale era stato sconfitto in 4 set dallo statunitense di origine lituana Vitas Gerulaitis, all’epoca uno dei giocatori più prestigiosi del circuito ATP.

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Benny alla Carnegie – Quando il jazz supera le convenzioni…

Il 16 gennaio 1938 è una data assai importante nella storia del jazz, perché fu in quella fredda serata newyorkese che la Big Band di Benny Goodman si guadagnò il diritto di esibirsi in quello che fino a quel momento era stato considerato come un tempio della musica classica, la Carnegie Hall, fatta erigere nel 1890 dal filantropo Andrew Carnegie, con sede al numero 881 della Seventh Avenue, Manhattan.

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Onore e rispetto per Gigi Radice

Compie oggi 79 anni Gigi Radice (nato il 15 gennaio 1935), un grande personaggio del calcio italiano, purtroppo da tempo gravemente malato. Tanto più ritengo sia giusto ricordarlo, partendo dall’impresa più esaltante della sua carriera di allenatore, la conquista dello scudetto alla guida di quel memorabile Torino in cui giocavano Claudio Sala, Pulici, Graziani e altri campioni ancora.

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Balla che non ti passa… Storie di ordinarie umiliazioni, da Bergman a Pietrangeli

A parte il bianco e nero e una certa contiguità temporale, neppure troppo accentuata (il primo è del 1957, il secondo del 1965), “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman e “Io la conoscevo bene” di Antonio  Pietrangeli hanno ben poco in comune. L’opera del maestro svedese ci appare come un grande affresco medievale filtrato attraverso lo sguardo inquieto di un uomo del ‘900 e, nello stesso tempo, propone una riflessione universale su temi come l’ineluttabilità della Morte, il conflitto tra fede e ragione, il valore dell’amicizia e dell’amore. Nel suo terzultimo film, invece, il regista romano (autore anche di altri apprezzabili lavori, quali “Fantasmi a Roma” e “Il magnifico cornuto”), concentra il suo sguardo sull’Italia del tardo boom economico, in cui appare chiaro lo scontro tra chi ha fatto del cinismo il suo habitus mentale e gli illusi che credono alla moderna favola della possibilità di affermazione in quella che Guy Debord chiamerà “la società dello spettacolo”. Il titolo allude, infatti, alla protagonista del film, Adriana (interpretata da un’eccellente Stefania Sandrelli), che approda a Roma dalla provincia nella speranza di sfondare nel cinema, ma che finirà per suicidarsi dopo essere inutilmente passata da un letto all’altro, in cerca di una raccomandazione, o forse di un senso per la sua esistenza.

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