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Bill, suo padre e i suoi fratelli

Uno rischia di perdersi, confrontandosi con l’albero genealogico dei Carradine, il cui cognome è uno dei più ricorrenti nella storia del cinema americano. Alle origini di tutto c’è il capostipite, quel John Carradine di cui ricorre oggi il 108^ anniversario della nascita.

Newyorkese, in principio si dedicò all’attività teatrale, spesso in ruoli shakespeariani, per poi passare al cinema recitando in numerosi film, il più importante dei quali è senza alcun dubbio, Ombre rosse, del 1939. Nel capolavoro di Ford  – con cui l’attore ebbe un intenso sodalizio umano e professionale – Carradine interpreta il ruolo di Hatfield, il giocatore d’azzardo proveniente dal sud degli States che muore nel finale del film.

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Da citare anche Furore, dello stesso Ford, e – nel finale della sua carriera – Peggy Sue si è sposata (1986), una pellicola di Francis Ford Coppola in cui l’ottantenne star recita al fianco di interpreti assai distanti da lui, e non solo dal punto di vista anagrafico: Nicolas Cage, Helen Hunt, Kathleen Turner, addirittura Jim Carrey. Solo due anni dopo il vecchio John muore, casualmente in territorio italiano, a Milano; la salma fu poi trasferita a Hollywood per i funerali, al termine dei quali si ebbe una sepoltura in mare.

Fin qui, tutto abbastanza liscio. Il problema è che poi arriva una pletora di figli e nipoti, molti dei quali in un modo o nell’altro legati al mondo del cinema. Cercherò di limitarmi a ricordare i più importanti.

Partiamo dalla prima moglie, Ardanelle McCool Cosner, la quale, al momento del matrimonio con John, aveva già un figlio, Bruce, che poi prese il cognome del nuovo marito della madre. Questi si è distinto nello show-biz per la partecipazione a qualche telefilm basato sulle arti marziali, nonché per un ruolo nel film di Larry Cohen Il serpente alato, una sorta di horror fantascientifico dei primi anni ’80.

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Ben altra è la personalità di David Carradine, nato nel 1936 da John e dalla già citata Ardanell. Qui siamo di fronte ad un uomo di cinema che vanta partecipazioni a film molto importanti: opere di Scorsese, Altman, Walter Hill, Bergman addirittura. Ma il ruolo più importante glielo regala, all’inizio del terzo millennio, Quentin Tarantino. Il geniale regista, memore del passato di star dei kung fu movies di David, lo vuole per un ruolo importante nel dittico intitolato Kill Bill. È proprio lui ad interpretare Bill, l’ex marito della Black Mamba Uma Thurman, trasformatosi da boss innamorato ed affettuoso in implacabile avversario in un duello mortale.

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È ovvio che per i molti cinefili tarantiniani (fra i quali mi inserisco io stesso) il ruolo del crudele leader del team di efficacissime killers identificabili con altrettanti serpenti letali pone David in una posizione di assoluto privilegio. Ciò non ostante bisogna ammettere che la carriera di Keith Carradine, nato dal secondo matrimonio del patriarca John con Sonia Sorel, vanta perle forse ancor più splendenti.

Nettamente più giovane del fratellastro, essendo nato nel 1949, passa anche lui per la scuola del grande Robert Altman, e alla seconda prova con il maestro di Kansas City azzecca un colpo magistrale, di quelli che rimangono indelebili nella memoria degli appassionati della settima arte: in quel capolavoro che è Nashiville, a soli 26 anni, è lui a eseguire I’m easy, stupenda ballad da lui stesso scritta, che gli varrà l’Oscar 1976 per la migliore canzone.

Due anni dopo un altro grande film, con un ruolo da protagonista, insieme a Harvey Keitel: è I duellanti, opera seconda di un Ridley Scott quarantenne, ormai prossimo ai capi d’opera della sua filmografia, Alien e Blade Runner. Seguiranno poi diversi altri lavori, non così di spicco a dire il vero, ma a mio avviso bastano le due pellicole citate a rendere Keith una presenza stabile nell’immaginario di chi vive di cinema.

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Restano poi da citare brevemente Robert Carradine, nato nel 1954 sempre da John e Sonia; ed anche una figura femminile, quella di Martha Plimpton, figlia di Keith e di Shelley Plimpton. Nella discreta carriera di quest’ultima spiccano I Goonies di Richard Donner, Mosquito Coast di Petet Weir e Ho sparato a Andy Warhol di Mary Harron.

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Tornando, per concludere, a Robert, va detto che uno dei film in cui ha recitato è il western I cavalieri dalle lunghe ombre (1979, regia di Walter Hill), in cui si registra la presenza anche dei suoi più illustri fratelli David e Keith. I tre, oltre tutto, interpretano un trio di fratelli, gli Younger, affiliati alla banda di Jesse James, alle cui gesta il film è ispirato. Ma non basta: il celebre bandito è impersonato da James Keach, fratello del più celebre Stacey (ancora sulla cresta dell’onda grazie al bel Nebraska di Alexander Payne), pure presente nella pellicola nei panni di Frank James. E non è neppure finita qui: nel cast figurano  anche Dennis e Randy Quaid, nel ruolo dei fratelli Miller, anch’essi affiliati alla notissima banda. Non c’è che dire, certe volte il cinema è proprio un affare di famiglia/e!

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