Curiosamente, l’11 marzo si presenta come una data particolarmente propizia per gli sport motoristici, visto che oggi possiamo ricordare ben quattro personaggi che si sono distinti, in alcuni casi anche con risultati di assoluta eccellenza, nei settori di loro competenza.
Archivio mensile:marzo 2014
Risate nel deserto
Certo il re Luigi Filippo non avrebbe mai pensato, quel 9 marzo 1831, istituendo una legione di volontari stranieri destinati a supportare le truppe francesi in guerra in Algeria, che la sua decisione avrebbe fornito lo spunto ad una quantità di narrazioni avventurose, romantiche, ma anche comico-parodiche.
Quel gran genio di Jac!
Ha portato il surrealismo nel mondo dei fumetti, e lo ha fatto, in maniera continuativa, per ben sessant’anni!
Questa è una delle più significative sintesi che è possibile formulare a proposito della spumeggiante attività come disegnatore e come autore di testi di Benito Franco Giuseppe Jacovitti, sicuramente uno dei veri geni dell’arte di divertire attraverso le tavole dei “comics” che l’Italia possa vantare.
Il sogno di 17 ragazze e la dignità di ogni donna
“Non si può nulla contro una ragazza che sogna”. Con questa frase si conclude un sorprendente film francese del 2011, “17 ragazze”, che è la mia scelta cinematografica in concomitanza con la data di oggi, il fatidico 8 marzo. Mimose, feste e cene per sole donne, quindi un’occasione commerciale e consumistica in più, in una società che ne ha già troppe; e poi dibattiti, polemiche, il giusto richiamo sul fatto che i diritti e iproblemi delle donne non vanno ricordati solo una volta all’anno, per poi tornare ad una routine fatta di pari opportunità spesso negate, a volte – per nulla di rado, purtroppo – di soprusi e di crudeltà.
Giù la testa, c’è la Revolución!
Sole a picco, sudore e luce accecante. Poi polvere, peones dalla pelle olivastra e gringos biondi ma comunque divenuti bronzei anch’essi, e tutti comunque ispidi e mal rasati. Revolver, fucili, cariche esplosive da usare per una rapina in banche o contro l’esercito regolare; assalti ai treni, le prime moto o automobili che siano, scorrerie a cavallo e grida come “¡Que viva Mexico!” e “¡Viva la Revolución!”. Non c’è già materiale per qualche decina di film?
Michelangelo: il tormento e l’estasi di un eroe
Ieri ho proposto ai miei studenti un video didattico su Fëdor Dostoevskij, e mi ha molto colpito la definizione – data in apertura dal curatore del documentario, il prestigioso accademico Cesare De Michelis – del grande scrittore russo come “eroe della cultura”.
Adamo Rossi, gioie e miserie di un bibliotecario
Un giovane sacerdote erudito e bibliofilo, la passione patriottica, un prezioso codice ciceroniano misteriosamente sparito e la Perugia dei tempi che furono.C’è tutto nella vita di Adamo Rossi (di cui oggi ricorre il 193^ anniversario della nascita), storico direttore della Biblioteca Augusta, vanto del capoluogo umbro.
La favola di un cigno, tra bene e male
Un cigno bianco e un cigno nero. Due giovanissime donne, belle entrambe, ma diverse: una pura e dolce, l’altra seducente e sfrontata. Un musicista tormentato, capace di esprimere molti aspetti del carattere del suo popolo, in una nazione in tumulto, che cova sconvolgimenti epocali destinati ad esplodere in un futuro non lontano.
L’avventuroso cinema di Tomas Milian
L’Avana: è l’alba del primo giorno dell’anno 1946. In una grande sala, senza altri testimoni, un generale fedele al regime di Gerardo Machado e caduto in disgrazia dopo la presa del potere da parte di Fulgencio Batista (quello che poi sarà spodestato dalla rivoluzione di Fidel) punta la pistola contro il figlio dodicenne:
Vittorio Pozzo, l’uomo del calcio azzurro
Se si dovesse identificare Vittorio Pozzo con un’unica parola o con una singola espressione, ne potrebbero venire in mente diverse tra cui scegliere: allenatore di calcio, alpino, giornalista, uomo dell’Ottocento capitato quasi per sbaglio nel XX secolo. Ma forse converrebbe dire di lui che fu semplicemente un piemontese, uno di quelli veri, dediti con cocciutaggine e devozione alla religione del lavoro, quello che dalle sue parti chiamavano “ël travai”, come ha ben saputo spiegare un cuneese doc, Giorgio Bocca.