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KENNEY, UN NEWYORKESE CON MILANO NEL CUORE

Per la data del 5 maggio proponiamo ai nostri amici un filmato celebrativo dedicato ad un famoso campione che ha fatto la storia del basket italiano – e milanese soprattutto – nei primi anni ’70. Compie infatti 69 anni Arthur Kenney, ala di 204 cm. che contribuì non poco alle fortune dell’Olympia Milano, all’epoca sponsorizzata Simmenthal, il team che rappresentava la terza forza del nostro massimo torneo con Ignis Varese e Forst Cantù.

Molto intensi furono i suoi duelli contro l’uomo-simbolo di Varese (e di tutto il movimento cestistico italiano) Dino Meneghin, e del resto per tre volte consecutive le due squadre si contesero il titolo nazionale arrivando fino ad uno spareggio. con due vittorie per l’Ignis ed una, quella del 1972, per Milano. A rendere prestigiosa la bacheca dei trofei della Simmenthal in quegli anni furono anche due Coppe delle Coppe (annate 1971 e 1972), e questi successi ebbero uno dei loro principali artefici nel coach meneghino di quegli anni, il celebre Cesare Rubini, uno dei padri nobili del nostro basket. Coinvolge Rubini uno degli episodi più famosi (non molto edificante, a dire il vero, ma certo indicativo di un forte attaccamento alla maglia) tra quelli che videro Arthur per protagonista: alludiamo ad una turbolenta trasferta a Belgrado, nel corso della quale il forte giocatore serbo Zoran Slavnić cercò di colpire con un calcio il tecnico di origine triestina. Kenney inseguì il reo fin sugli spalti con intenti minacciosi, incurante del rischio per lui rappresentato dagli spettatori di casa e della polizia locale. Oggi Kenney il rosso è un uomo d’affari di successo con ottime credenziali a Wall Street, ma è ancora molto legato a Milano, dove torna non di rado, ed il club in cui ha militato gli ha due anni fa riservato l’onore di ritirare la maglia con il numero 18 con cui il giocatore era solito scendere in campo. L’ultima curiosità che proponiamo ci riporta indietro agli inizi di Kenney, che a inizio anni ’60 giocò in una delle più forti squadre liceali americane di tutti i tempi; si chiamava Power Memorial High School, e certo a renderla tale contribuì anche Kenney, che però giocava fianco a fianco con un gigantesco ragazzo nero destinato a diventare uno dei più grandi miti del basket di sempre: allora si chiamava Lewis Alcindor, poi avrebbe assunto il nome di Kareem Abdul Jabbar!

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