Archivio dell'autore: Massimo Ferrari

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CHARLOTTE, L’INFINITO IN UN MARE D’ERICA

«Io non sono come te. Se tu conoscessi i miei pensieri, i sogni che mi assorbono, e la sfrenata immaginazione che a tratti mi divora e fa sì che io trovi qualsiasi compagnia miserabilmente insipida, avresti compassione di me e, non esito a dirlo, mi disprezzeresti. Conosco i tesori della Bibbia, li amo e li adoro. Posso vedere il Pozzo della vita in tutta la sua limpidezza e in tutto il suo fulgore. Ma quando mi chino a bere le sue pure acque, esse si ritraggono dalle mie labbra come se io fossi Tantalo».

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GIOIE E DOLORI A DORTMUND

L’8 novembre del 2014 esce sulla “Gazzetta dello Sport” un articolo firmato da Elmar Bergonzini, nel quale si prende in esame la non facile situazione vissuta in quel periodo da una delle più conosciute e apprezzate squadre tedesche, il Borussia di Dortmund. I gialloneri erano reduci da un quadriennio ricco di soddisfazioni, con due campionati vinti e due secondi posti (sempre dietro il titolatissimo Bayern Monaco, che aveva strappato loro anche la vittoria finale in Champions League nel 2013).

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DEMOCRAZIE LIBERALI E SOCIALISMO REALE

Rileggo un articolo di Piero Ostellino pubblicato sul “Corriere della Sera” del 29 novembre 2011. In tempi di poco successivi alla caduta del governo di Silvio Berlusconi e alla conseguente nomina di Mario Monti alla Presidenza del Consiglio, il noto giornalista analizza la situazione, partendo dalla definizione del ruolo dei tecnici in una democrazia liberale, che di fatto viene identificata con gli Stati Uniti d’America.

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LE REGINE DELLA BLACK MUSIC

Nella mia personale “trimurti” delle regine di quello che viene chiamato “nu soul”, metto sul gradino più alto del podio, senza alcun dubbio, Erikah Badu. Ascoltare i suoi due principali album, “Baduizm” e “Mama’s gun”, significa fare un viaggio nella storia della black music, dal R&B al soul, dal funky all’hip hop, non senza venature di jazz. Billie Holiday, Diana Ross, Chaka Khan trovano in lei una degna erede, e la sua musica va presa in forti dosi quotidiane. Effetti collaterali: energia, vitalità, forza nell’affrontare le durezze della vita. E Dio sa se ne abbiamo bisogno…

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IL TROPICALISMO DI GIL, LA GIOIA DI ESSERE LIBERI

Chi ha una certa confidenza con la cultura brasiliana ha certamente sentito parlare del “tropicalismo”, termine con cui si intende quel moto di rinnovamento – pur nel rispetto delle tradizioni – di tutto il campo delle espressioni artistiche del grande paese sudamericano, con particolare attenzione alla musica.

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MASTROIANNI, UN CUSTER STRANIATO TRA LE MACERIE DELLE HALLES

La data del 25 giugno mi porta a scrivere brevemente della celebre battaglia di Little Bighorn, nel Montana, in cui morì il “generale” (in realtà era tenente colonnello) George Armstrong Custer, trascinando con sé nella rovina più di seicento tra ufficiali e soldati di grado più basso del 7° reggimento di cavalleria, che gli era stato affidato.

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ALICE MUNRO: LE PERSONE, SOLO LE PERSONE

Proviamo a riprendere il colloquio con gli amici di “Punto cultura” partendo da qualche notizia su una grande scrittrice contemporanea, Alice Munro, divenuta piuttosto nota anche in Italia da un paio d’anni, e cioè dal momento in cui le fu assegnato il premio Nobel per la letteratura, nell’autunno del 2013.

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APPUNTI LETTERARI: GLI ITALIANI TRA OTTOCENTO E NOVECENTO

Mi è venuto in mente, nei miei quotidiani dialoghi con le classi, che potrebbe essere utile fornire un elenco dei principali autori – gli “imprescindibili” – i cui nomi gli studenti che affrontano l’ultimo anno di liceo dovrebbero avere innanzi tutto familiari, sapendoli collocare in modo almeno accettabile nella giusta successione cronologica. Il resto – una sinteticissima definizione della loro personalità, la scelta, talvolta scontata, in altri casi forse sorprendente, di un unico testo di riferimento per ognuno di loro, le immagini, i filmati – è venuto come per gioco, ed ha finito per divertirmi molto. Ecco il risultato, in cui forse qualcuno un minuscolo contributo potrà trovare.

(N.B.: l’immagine “di copertina” che ho scelto per questo contributo è tratto da una scena del film che Franco Zeffirelli ricavò – piuttosto fedelmente – dall’Amleto shakespeariano. Si riferisce ad un momento in cui il principe danese – interpretato da Mel Gibson – comincia a fingere la pazzia assumendo strambi atteggiamenti in biblioteca, sapendosi osservato da Polonio; in  particolare, appollaiato su di un alto scaffale, legge avidamente un libro da cui però strappa le pagine una ad una dopo che ha terminato di scorrerle. Al pedante consigliere che gli chiede cosa stia leggendo, Amleto risponde: “Parole, parole, parole”. Questo momento del capolavoro mi è sempre sembrato emblematico, o addirittura profetico del disagio dell’uomo moderno che non trova più risposte e certezze nell’auctoritas dei libri, come poteva accadere in epoche precedenti. D’altra parte, i due secoli che tocco in questo mio elenco rappresentano momenti di crescente diffusione del dubbio e del disorientamento, e Montale forse non parlava solo per se stesso quando scrisse: “Non chiederci la parola che squadri da ogni lato / l’animo nostro informe…”).

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