Archivio della categoria: Dailyblog

storie quotidiane a partire da una ricorrenza

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Adamo Rossi, gioie e miserie di un bibliotecario

Un giovane sacerdote erudito e bibliofilo, la passione patriottica, un prezioso codice ciceroniano misteriosamente sparito e la Perugia dei tempi che furono.C’è tutto nella vita di Adamo Rossi (di cui oggi ricorre il 193^ anniversario della nascita), storico direttore della Biblioteca Augusta, vanto del capoluogo umbro.

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La favola di un cigno, tra bene e male

Un cigno bianco e un cigno nero. Due giovanissime donne, belle entrambe, ma diverse: una pura e dolce, l’altra seducente e sfrontata. Un musicista tormentato, capace di esprimere molti aspetti del carattere del suo popolo, in una nazione in tumulto, che cova sconvolgimenti epocali destinati ad esplodere in un futuro non lontano.

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L’avventuroso cinema di Tomas Milian

L’Avana: è l’alba del primo giorno dell’anno 1946. In una grande sala, senza altri testimoni, un generale fedele al regime di Gerardo Machado e caduto in disgrazia dopo la presa del potere da parte di Fulgencio Batista (quello che poi sarà spodestato dalla rivoluzione di Fidel) punta la pistola contro il figlio dodicenne:

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Vittorio Pozzo, l’uomo del calcio azzurro

Se si dovesse identificare Vittorio Pozzo con un’unica parola o con una singola espressione, ne potrebbero venire in mente diverse tra cui scegliere: allenatore di calcio, alpino, giornalista, uomo dell’Ottocento capitato quasi per sbaglio nel XX secolo. Ma forse converrebbe dire di lui che fu semplicemente un piemontese, uno di quelli veri, dediti con cocciutaggine e devozione alla religione del lavoro, quello che dalle sue parti chiamavano “ël travai”, come ha ben saputo spiegare un cuneese doc, Giorgio Bocca.

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Storia di un Botticelli boccaccesco (e pentito)

Di scene di caccia infernale, il Medio Evo non è certo avaro: le più famose sono quella del XV canto dell’Inferno dentesco (ma, se vogliamo, ha lo stesso valore anche il sogno del conte Ugolino, nel penultimo canto della stessa cantica), e quella descritta da Jacopo Passavanti nella novella “Il carbonaio di Niversa”, all’interno del suo “Specchio di vera penitenza”. Ma ci voleva il Boccaccio, con la sua visione del mondo naturalistica e con il suo gusto per la vita gioiosamente vissuta, per rovesciare, non senza un tocco di malizia, i termini della questione e trasformare la spaventosa vicenda nello strumento utile al coronamento di un sogno d’amore, nonché in una lezione di umiltà per una ragazza un po’ troppo superba.

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Zero Mostel, un servus currens contro l’intolleranza

Nella storia del cinema, così ricca di episodi meravigliosi e di risvolti singolari, c’è anche questo: un film che vanta tra i firmatari del soggetto niente meno che Tito Maccio Plauto. Si tratta di “Dolci vizi al foro”, la pellicola di Richard Lester del 1966 che costituì la trasposizione cinematografica di un musical tanto fortunato da vantare più di un record: tra i numeri più significativi, sei Tony Awards (l’equivalente dell’Oscar per il mondo del teatro americano) e 964 rappresentazioni consecutive in tre diversi teatri di Broadway.

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Rodolfo Sonego e la vita difficile degli italiani

Ogni film racconta una storia, ma i titoli di testa di ogni pellicola ne raccontano molte altre, che potrebbero finire sullo schermo a loro volta, e non è detto che non ci finiscano. Scorrono i nomi, e magari non ci facciamo molto caso, ma dietro quelle professionalità fondamentali per l’industria cinema ci sono vicende umane degne di essere raccontate.

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Il folle, magico mondo di Tex Avery

Il mondo dei cartoni animati è straordinariamente vario, vitale, indipendente e persino tendenzialmente anarchico, perché un disegnatore è libero rispetto alle leggi della natura e della fisiologia: può far cadere i suoi personaggi da decine di metri senza che essi ne riportino danni troppo gravi; può far esplodere loro una bomba in mano, lasciandoli tutti bruciacchiati ma inequivocabilmente vivi; e nulla vieta che, quando vedono una creatura per la quale provano repentinamente il cosiddetto “colpo di fulmine”, i loro occhi escano letteralmente dalle orbite e il loro cuore schizzi davvero fuori dal petto, pulsando ritmicamente a significare l’avvenuto, ineluttabile innamoramento.

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Uomini, soffittizzatevi! (ma non imitate Landru)

“Uomini di genere maschile”, apostrofa Totò un uditorio che immagina fatto tutto di mariti frustrati e maltrattati da mogli invadenti e con un eccessiva predisposizione all’autoritarismo; “contro il logorio della donna moderna”, continua a scandire mentre i suoi toni si fanno sempre più parodicamente mussoliniani, “soffittizzativi”.

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