Vai poi a sapere perché lui si è voltato…”Furor”, dice Virgilio, un’improvvisa follia; per Ovidio l’ansia di rivedere l’amata si associa ad una colpevole sfiducia negli dei; Cesare Pavese, in una delle sue opere più affascinanti, i “Dialoghi con Leucò”, arriva a dire che lo ha fatto apposta, perché tornare a vivere nel mondo dei vivi quella storia d’amore, che comunque sarebbe stata di nuovo interrotta dal soffio gelido della morte, non avrebbe avuto senso; e non manca chi, come il poeta inglese ottocentesco Robert Browning, sostiene che a farlo girare sia stata lei, dicendogli “Look at me”, “Guardami”, per lasciarlo andare libero, sentendosi ormai una donna senza più passato né futuro.
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La valutazione e la scuola: quando a prendere i voti non sono gli studenti ma chi li forma
Ancora una volta farò ricorso, per trattare un tema di particolare attualità , al prezioso apporto della trasmissione Fahrenheit di Radio 3, che è solita dedicare regolarmente uno spazio significativo ai problemi della scuola. Perché è questo l’ambito di cui tratteremo oggi, e la questione specifica, molto delicata e complessa, non riguarda affatto solo gli insegnanti, ma anche gli studenti e le loro famiglie, e dunque la società italiana nel suo complesso. Insomma, il tema è: la valutazione della scuola, ovvero come arrivare a dire se l’azione educativa e didattica di ogni singolo istituto scolastico è o meno efficace, e in base a quale criteri stilare una graduatoria che valorizzi i meriti delle scuole che lavorano bene e evidenzi i ritardi di quelle che devono migliorare il loro rendimento? Ma, prima di tutto: è giusto procedere a valutazioni di questo tipo? Se ne sente davvero il bisogno, e quali rischi sono connessi a simili operazioni?
Le imprese del Doctor J, il precursore di Michael Jordan
Con la sua inconfondibile testa “afro” (che era solito esibire soprattutto nei magici Seventies), con la sua classe fatta di una tecnica irresistibile coniugata ad un’esplosiva fisicità, e con le sue proverbiali schiacciate, Julius Winfield Erving II, universalmente noto come “Doctor J”, è stato uno dei più magici ed indimenticabili fuoriclasse della NBA.
Come nobilitare un funerale con la poesia di Auden
Tra i personaggi che possiamo ricordare oggi, appare degno di interesse il poeta inglese Wystan Hugh Auden, che nacque a York il 21 febbraio 1907. La sua personalità cominciò ad affermarsi già prima della fine degli anni ’20, quando ad Oxford si pone a capo di un gruppo di intellettuali ed artisti, tra i quali spicca quel Christopher Isherwood che sarà poi spesso al suo fianco anche negli anni a venire.
La strana storia di Patty, l’ereditiera terrorista
Poi è colpa mia, se finisco sempre per parlare di cinema? in parte sì, lo ammetto, ma molto dipende anche dalla settima arte, che in poco più di 100 anni ha saputo accumulare un tesoro inestimabile di storie, spesso prese dalla realtà, talvolta capaci persino di precorrerla.
Fontana, un artista su cui è bene non sputare sopra
Qualcuno ci ha pure sputato sopra. E non per modo di dire. Concretamente, letteralmente.
Oggi rivedevo un film del 2007, “Live! Acollti record al primo colpo” di Bill Guttentag. È la storia di una produttrice televisiva che mette in piedi un reality show estremo, in cui i concorrenti si sfidano alla roulette russa in diretta. A partecipare allo spettacolo vengono selezionati personaggi molto diversi tra loro, spinti dalle motivazioni più varie, ma nessuno di loro è un aspirante suicida.
Il Drake, l’italiano che sognò di essere se stesso
Quasi un regalo di compleanno. Questo potrebbe essere il senso della notizia diffusa dalle agenzie di tutto il mondo nel tardo pomeriggio di oggi, martedì 18 febbraio 2014. A 116 anni esatti dalla nascita di Enzo Ferrari, detto il “Drake”, veniamo a sapere che, secondo l’annuale classifica dell’agenzia Brand Finance, il marchio della casa automobilistica modenese ha superato quello della Coca Cola, di Hermes, della Walt Disney, della Rolex, della Red Bull e addirittura di Google. Quindi, è il primo al mondo, superiore ad ogni altro.
Un eretico al cinema – Il Giordano Bruno di Montaldo e Volontè
“Forse avete più paura voi che emanate questa sentenza che io che la ricevo” . Una frase del genere, rivolta ai giudici da un uomo che sta per essere messo a morte per le sue idee e al quale verrà chiusa la bocca con un orribile strumento, per non farne più risuonare la voce nell’ultimo tragitto fino a Campo de’ Fiori, dove verrà arso vivo, merita un film, ed un interprete d’eccezione. E Giordano Bruno, la cui condanna venne eseguita il 17 febbraio 1600, ha avuto questo tributo dal mondo del cinema.
Zeno, il grande orso che amava l’Abetone
Giorni fa ho ricordato le Olimpiadi di Sapporo, Francisco Fernandez Ochoa e la “Valanga Azzurra”. Ma prima di Thoeni e Gros (senza trascurare il fenomenale Alberto Tomba), l’Italia ha avuto un altro gigante delle nevi. Non aveva un cognome germanico, si serviva di sci di legno, per lo più indossava un semplice maglione e il casco non lo portava quasi mai, sebbene fosse abituato a velocità vertiginose su piste infami: era figlio di un boscaiolo dell’Abetone, in Toscana, e si chiamava Zeno Colò.
Franco Fabrizi, l’italiano vanesio
Antonioni, Fellini, Visconti, Comencini, Risi, Ferreri, Zampa, Germi, Lizzani: sono solo alcuni dei grandi registi che, nell’arco di quarant’anni, hanno voluto nel cast di loro film Franco Fabrizi, uno dei più illustri e abili comprimari della storia del cinema italiano del dopoguerra. Era nato a Cortemaggiore, in provincia di Piacenza, il 15 febbraio 1950.