ombra-pg

Cosa fare se il diavolo ti chiede l’ombra…

Mettiamo che siete un giovane povero e in cerca di lavoro, e vi si avvicina un tale che, con fare insinuante, vi fa un’offerta: vuole qualcosa che voi avete e in cambio della quale è disposto a darvi una borsa piena di monete d’oro. Il che è già una contropartita degna di attenzione, ma per di più questa borsa ha una caratteristica assai particolare: è senza fondo, cioè potete attingervi quanto volete e non si esaurirà mai.

 

Ricchezza illimitata, insomma! L’idea comincia a farsi interessante, vero? Ma quell’uomo dalla giubba grigia chissà cosa vorrà, qualcosa di prezioso senza dubbio. Ma che possedete poi di tanto prezioso? La risposta non tarda ad arrivare: vuole la vostra ombra, che lui giudica preziosa, inestimabile, la definisce addirittura “nobile”! “Ecco” – direte voi – “è pazzo! Avrei dovuto capirlo subito!”. E allora cercate di farlo ragionare dolcemente, perché pare comunque un pazzo pacifico, non smanioso e violento; e che c’è di meglio che farlo riflettere sul fatto che, via!, voi sareste anche disposti a chiudere la transazione, ma come farà lui poi a portarsi via quello che tanto desidera? Questa dovrebbe essere l’argomentazione decisiva, ma quel tipo non si scompone e dice che a questo penserà lui, e vi incalza: “Allora, l’affare si fa o non si fa?”. Voi, tra l’esasperato e il divertito, cedete. Lui si china, stacca con incomparabile maestria la vostra ombra, la arrotola, la ripiega, se la mette in tasca e se ne va.

schlemihl

A voi resta la borsa magica, e magari siete anche contenti, perché, alla fine, cosa ci avete rimesso? Non si può vivere bene anche senza ombra? No, questa è la risposta, non si può proprio. Se ne era già accorto, tanti anni fa, un certo Peter Schlemihl, protagonista di un racconto fantastico che mi ha colpito moltissimo la prima volta che lo lessi, tanti anni fa, e che da allora consiglio caldamente agli amici e ai miei studenti. Il racconto si intitola, appunto, Storia straordinaria di Peter Schlemihl, e lo ha scritto nel 1814 Adalbert von Chamisso, di cui oggi ricorre il 233^ anniversario della nascita.

download (15)

Nella vita di questo autore, non notissimo ma molto affascinante, ci fu un anno determinante: il 1789, l’anno dell’inizio della Rivoluzione Francese. I tempi cominciavano a farsi duri per famiglie come quelle del piccolo Louis Charles Adélaïde de Chamisso de Boncourt detto Adalbert, che – come si arguisce dal nome chilometrico del futuro scrittore – aveva il sangue più tendente al blu nobiliare che al rosso dei comuni plebei. E così i Chamisso capiscono presto che, se vogliono continuare a tenere la testa attaccata al collo, è meglio cambiare aria. Andandosene in Germania, per esempio, dove per i re e per i nobili tira un’aria migliore. Ma non è comunque la tua terra, non hai radici lì. I furori robespierriani, ben poco astratti, passano comunque presto, i nobili emigrati, compresi tuo padre e tua madre, rientrano, ma tu, giovane Adalbert, resti in Germania, alternando i gradi di una non brillante carriera militare con la pubblicazione dei primi versi, che non ottengono certo un particolare successo. A quel punto provi a rientrare in Francia, ma i tuoi sono morti, e devi tornare in Germania, senza casa né professione, disilluso e sradicato. Condizione per nulla invidiabile, ma che ti fornisce le carte in regola per entrare nella storia della letteratura, in un capitolo tra i più suggestivi tra l’altro, quello del Romanticismo tedesco, in compagnia di gente come Hoffmann, Brentano, Novalis, Tieck, solo per citarne alcuni.

2879436qpesennsziphbs7

A questo punto dovrei provare a lanciarmi in qualche parvenza di dotta disquisizione sul significato simbolico dell’ombra, e avrei pure alcune carte da giocarmi: Montale, l’immancabile Dante, James Hillman addirittura. Ma ormai non mi sembra più il caso: preferisco limitarmi a ribadire che fareste bene a leggervi Chamisso e la storia del suo Peter Schlemihl, che vi farà divertire e vi incanterà, ma che soprattutto vi aiuterà a capire che al diavolo (perché era lui, naturalmente, quel signore in grigio) bisogna dire sempre no, qualunque cosa vi chieda, fosse anche qualcosa di apparentemente inconsistente come l’ombra.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *