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Se l’avessero detto a Guy Fawkes…

Ci sono, nella nostra società, immagini che diventano icone; immediatamente riconoscibili, a causa della sovraesposizione mediatica, finiscono per assumere, come fenomeno di massa, una valenza simbolica alla quale difficilmente in origine si sarebbe potuto pensare. È il caso della maschera di Guy Fawkes, il cospiratore inglese dell’età di Giacomo I, la cui condanna a morte fu eseguita a Londra il 31 gennaio 1606.

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All’origine del fenomeno contemporaneo c’è il geniale autore di fumetti inglese Alan Moore, coadiuvato dal fido disegnatore David Lloyd. Come ben si sa, V per Vendetta è la storia di un vendicatore mascherato in lotta contro un governo dispotico che, in un’Inghilterra di un futuro prossimo venturo dall’atmosfera orwelliana, esercita un ferreo controllo sulla società e sui singoli, avvalendosi, come spesso avviene nelle dystopian novels, dei media e della tecnologia.

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Da questa graphic novel, intitolata V per Vendetta, che risale alla prima metà degli anni ’80, in tempi più recenti (2005) il regista James McTeigue (con la collaborazione alla sceneggiatura dei fratelli Wachonski di Matrix) ha ricavato un film che, come ho potuto constatare, sembra essere diventato oggetto di un culto presso un pubblico molto giovane, affascinato evidentemente dalle tematiche libertarie in esso proposte.

Va detto, peraltro, che Moore non si è riconosciuto affatto in questa pellicola, chiedendo addirittura di non essere affatto citato nei titoli di testa e di coda. Atteggiamento comunque non sorprendente in questo personaggio, tanto creativo quanto bizzarro, che non ha gradito  neppure  la trasposizione cinematografica di altre sue opere come La vera storia di Jack lo Squartatore e Watchmen.

Watchmen

L’obiettivo di Fawkes, fervente cattolico, era stato quello di eliminare, mediante una violenta e spettacolare esplosione, il sovrano Giacomo I, figlio di Maria Stuarda e da poco salito al trono dopo la morte di Elisabetta I. L’artificiere di York fu chiamato a far parte di un complotto organizzato da un ristretto numero di suoi correligionari, delusi dall’atteggiamento del sovrano che, anziché favorire  il cattolicesimo – come essi speravano – cercò di barcamenarsi tra le due parti, scontentandole entrambe.

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C’è anche chi sostiene che i cospiratori furono strumentalizzati da ambienti di corte filo-anglicani in cui era forte l’interesse a mettere in cattiva luce i cattolici. Si spiegherebbe così la facilità con cui Fawkes e i suoi arrivarono a un scantinato sottostante la sala delle riunioni della Camera dei Lords, da far saltare in aria nel giorno dello State Opening (il 5 novembre 1605), la cerimonia di apertura dei lavori parlamentari. Sempre stando alla teoria del “complotto sul complotto”, gli stessi manipolatori dei congiurati avrebbero poi fatto sventare l’attentato, ottenendo così lo scopo di mettere in cattiva luce i cattolici. Difficile dire quanto ci sia di vero in tutto questo; è però innegabile che, dopo la scoperta del piano degli aspiranti regicidi, subì una forte battuta d’arresto lo spirito di distensione nei confronti dei cattolici, che anzi furono visti tutti come nemici dell’Inghilterra anglicana. Il nome del principale attentatore, Guy, prima abbastanza diffuso, perse ogni popolarità sul suolo britannico, e si diffuse presto l’usanza, tra i protestanti, di festeggiare lo scampato pericolo con un falò rituale in cui, nella notte del 5 novembre, essi bruciano un fantoccio con le fattezze dell’attentatore esperto nel maneggio delle polveri. I bambini – quasi in una riproposizione della notte di Halloween –  erano soliti andare in giro a chiedere agli adulti piccole mance per acquistare fuochi d’artificio da indirizzare contro il pupazzo dal gran cappello e col pizzo seicentesco.

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Ed ecco che oggi invece, dopo, il fumetto e il film che tutti conoscono, la maschera di Guy Fawkes ha assunto un significato del tutto diverso: da odioso regicida a simbolo di ribellione contro il potere delle multinazionali, delle banche coalizzate con i governi di tutto il mondo e contro quanti vorrebbero imporre una limitazione all’utilizzo della rete Internet. Abbiamo imparato così ad associare quel volto dal sorriso beffardo agli attivisti di Anonymous, agli Indignados spagnoli e agli aderenti del movimento Occupy Wall Street.

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Difficile pensare che previsioni del genere siano passate nella mente dell’uomo che, esattamente 408 anni fa, fu affidato al boia per essere prima impiccato, poi fatto a pezzi e solo allora decapitato (“Hanged, drawn and quartered“); ma certo, se  avesse potuto conoscere il futuro, sarebbe morto davvero con quel sorrisetto sfrontato sulle labbra.

 

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